giovedì 26 febbraio 2015

MUSICA, MUSICA E ANCORA MUSICA!


Che funzione ha la musica nella tua vita e in quella dei giovani in generale? 



 

La musica, in tutte le sue forme e secondo i gusti individuali, è un importante mezzo per sfogarsi, per rilassarsi e, soprattutto per gli adolescenti, una ragione di conforto, discussione ed un modo per conoscersi e divertirsi all'interno del gruppo. Per questo un certo tipo di musica può diventare la bandiera di "bande" di teenangers in tutto il mondo: esempi possono essere i BEATLES per i giovani di mezza Europa negli anni 60 quando milioni di persone "idolatravano" e "copiavano" questa band inglese (nel modo di vestire, nel taglio dei capelli, ecc...), oppure le gang afroamericane delle metropoli statunitensi, per le quali il rap/hip hop oltre ad essere il genere preferito e addirittura il simbolo, una caratteristica tipica di questi giovani. Tra coloro che per un motivo o per l'altro, la musica la ascoltano solamente, gli adolescenti si differenziano per il tipo di approccio che hanno con la musica, a secondo dell'età (PRIMA ADOLESCENZA/SCUOLE MEDIE e SCUOLE SUPERIORI) e soprattutto dal sesso: i ragazzi cominciano ad interessarsi alla musica verso i 13/14 anni, orientandosi verso quella commerciale (RAP e POP) più pubblicizzata(Emis Killa, Fedez ecc.), poi entrando in contatto con "nuove realtà" (nuova scuola, nuovi compagni, ecc) iniziano ad ampliare i propri "orizzonti musicali" alle scuole superiori (anche DANCE, ROCK, ecc) prediligendo di volta in volta la musica che fa tendenza. Le ragazze fin dai 10/11 anni cominciano a mitizzare qualsiasi belloccio che sorride e fa l'occhiolino nei video clip; anche loro quando cambiano scuola e cominciano a frequentare le discoteche tendono, pur tenendo sempre in camera i poster dei loro “idoli”. Esiste anche un'altra categoria di persone che, ascoltando musica diversa da quella del gruppo, a volte vengono etichettate come diverse: sono quelli che amano generi come la musica da camera, la metallica, l'hardcore, ecc. Per quanto riguarda il mio rapporto con la musica, io faccio parte di coloro che la musica la ascoltano soltanto, sia perché non ho mai avuto tempo né voglia di dedicarmi all'uso di uno strumento, sia perché fin da quando ero alle scuole elementari, la musica per me rappresentava un modo per rilassarmi e divertirmi, e non volevo che diventasse una ragione di studio e d'impegno, facendomi perdere il gusto di ascoltarla. Proprio alle elementari, infatti, appena potevo accendevo la radio o guardavo programmi televisivi sul mondo musicale (MTV, ecc), con l'unico scopo di isolarmi da tutto il resto dimenticando i problemi con la scuola o i litigi con le amiche. Adesso invece, oltre a rimanere un piacere personale, la musica è diventata per me, un modo per esprimere le mie sensazioni,quelle che raramente faccio “notare”. Tornando a parlare in generale uno degli aspetti positivi della musica, è quello di far rimanere attive le persone: esempi possono essere le balere per ultra sessantenni e, per gli adolescenti in particolare, i giochi(ex:JUST DANCE),le discoteche, dove questi hanno occasione di conoscersi e confrontarsi; proprio nell'ambito discoteca però, la musica può diventare un pretesto per insulti e atti di violenza a causa dell'ignoranza di poche persone e a danno di tutte quelle che in questa vedono solo una forma di divertimento e libertà.
Vediamo un po', cari lettori, che cosa hanno risposto alle mie domande alcuni ragazzi della scuola.


DOMANDE

1. CHE GENERE MUSICALE PREFERISCI?
2. QUAL È IL TUO CANTANTE PREFERITO?
3. CON QUALE FREQUENZA ASCOLTI LA MUSICA?
4. PREFERISCI CANZONI ITALIANE O STRANIERE?
5. SEI MAI ANDATO/A IN DISCOTECA?

RISPOSTE

1. Tutto, Rap e Pop;
2. Emis Killa, Sia e One Direction;
3. Nel tempo libero, ogni giorno, sempre;
4. Inglesi, inglesi, italiane;
5. Sì, sì, no.

Ringrazio gli alunni che si sono prestati per rispondere alle domande, e in particolare, chiedo scusa ai professori per il disturbo delle attività!

Hanae E.H.

Le recensioni della 2C

Il mese scorso gli alunni di 2C si sono dedicati alla lettura di alcuni libri, di cui hanno successivamente scritto le relative recensioni.
Eccovene alcune...buona lettura!



“LO SFIGATO”

“Lo sfigato” scritto da Susin Nielson una scrittrice canadese.
Il libro, che ho appena finito di leggere, racconta la storia di un ragazzo, Ambrose Bukoski, mio coetaneo, che vive con sua madre.
La sua è una famiglia come tante altre e Ambrose rispecchia tanti ragazzi dodicenni che si sentono sempre un po' fuori posto nelle varie situazioni. Il mondo sembra sempre girare per il verso sbagliato e, come tanti ragazzi, Ambrose fa fatica ad avere amici, e a stare a suo agio a scuola.
Pur pensando in modo positivo, vive male certe situazioni e ha la sensazione di non essere adeguato e forse un po'... “sfigato”.
Solo l'amicizia con un suo vicino di casa lo rende più sereno.
Non vi svelo tutti i fatti che vive Ambrose e neanche il finale della storia; ma concludo dicendo che la morale del libro è sicuramente questa: “per affrontare le situazioni difficili bisogna imparare a condividere i problemi con qualcun altro”.

“LO SFIGATO”

Per Ambrosie Bukoski è facile fare collezioni di tappi di bottiglia: ne trova tantissimi perché, quando cammina, guarda sempre per terra. Guarda a terra per non farsi notare, per passare ancora più inosservato di quanto già non sia, perché spera che i tre bulli della scuola la smettano di prenderlo in giro per le sue Ike, di picchiarlo, di mettergli le noccioline nel panino. Ambrose è allergico alle noccioline e un po' anche alla vita, da cui la sua mamma iperprotettiva cerca sempre di metterlo in guardia. Quando l'ennesima bravata di bulli manda Ambrose all'ospedale e rivela tutte le bugie che lui ha costruito, non resta che una scelta: studiare a casa per corrispondenza. Nelle lunghe ore passate da solo, Ambrose ha più tempo per osservare i vicini di casa e il loro figlio Cosmo, appena uscito di prigione.Un poco di buono, direbbe la mamma. Uno che cerca di stare fuori dai guai, direbbe Ambrose.
La cosa più simile ad un amico che lui abbia mai avuto.
È il libro più bello che io abbia mai letto.
All' inizio pensavo che facesse ridere, visto il titolo, ma poi ho capito che è un libro che ti fa riflettere.






 
"ZORRO NELLA NEVE"

L`ultimo libro che ho letto è stato “Zorro nella neve”nel quale si raccontano le storie di due ragazzi che scorrono parallele tra di loro e di Zorro, un quattro zampe del soccorso alpino, che posssiede la certezza più grande: l`istinto di fidarsi dell'uomo con cui salva le vite altrui. Luca a causa di un incidente sulla neve viene travolto da una valanga, ha il terrore di non farcela, ma riuscirà a salvarsi grazie a Bruno, volontario del soccorso alpino e grazie a Zorro,il suo cane. Da quel momento ha un sogno da coltivare: diventare anche lui un volontario, trovare il cane giusto e addestrarlo. Scopre così dentro di sé una tenacia e un corraggio che non sapeva di avere. Luca e Mary, i due protagonisti, attraverso il comune amore per i cani scoprioranno che prendersi cura degli altri può voler dire anche trovare se stessi. Quando le loro strade si incroceranno, sarranno pronti a condividere sogni e progetti. Il libro secondo me è scritto molto bene ed è ricco di battute, anche simpatiche, che lo rendono molto scorrevole. Un punto del libro che mi è piaciuto è quando il padre dice a Luca :“Quando niente di quello che vivi sembra fatto per te è tempo di cambiare strada. L'importante è scegliersi dei buoni compagni di viaggio”. Il che vuol dire che ognuno può scegliere con chi stare nella vita, però è meglio se sono persone o animali di cui ci si fida. Una frase che mi ha colpito è: ”Basta un attimo per cambiare tutto: una valanga,e la neve diventa una prigione”. Anche mia mamma quando vado da solo a sciare con i miei amici, me lo ripete spesso. Questo sta a significare quanto può valere un solo attimo della nostra vita.
In conclusione questo per me è un libro davvero bello, che vuol fare capire che, per quanto la vita sia dura, con dei buoni amici può cambiare tutto. È un libro davvero fantastico ed eccezionale (per cresecere c'è bisogno di buoni compagni di viaggio e, a volte, hanno un buon fiuto e quattro zampe).

EXPO MILANO 2015






Cari lettori del blog, si avvicina il grande evento dell’anno: EXPO 2015.
Ma che cos'è esattamente? Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 e sarà il più grande evento sull’alimentazione mai realizzato fino ad ora.
Un'area espositiva di 1,1 milione di metri quadri, più di 140 paesi e organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi.
A noi, però, interessa il legame tra Expo e la Scuola ed è per questo che abbiamo ricercato per voi alcune notizie interessanti.
L’obiettivo di Expo per la Scuola è il Progetto Scuola, la piattaforma di riflessione e condivisione che Expo Milano 2015 dedica alle iniziative rivolte a tutto il sistema formativo, dalle scuole dell’infanzia alle Università.
La visione e i valori della Scuola sono determinanti per diffondere i contenuti e garantire leredità della manifestazione; per questo docenti e studenti sono invitati a partecipare alla prossima Esposizione Universale attraverso specifici percorsi formativi e didattici.
La sfida di Expo Milano 2015 parte proprio da questo presupposto: permettere alle nuove generazioni di confrontarsi e formarsi sul Tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e far sì che il patrimonio generato all’interno delle aule scolastiche di tutti i Paesi sia condiviso con la collettività.
Ma vediamo più da vicino quali sono le tappe del Progetto Scuola...
Tramite il Progetto Scuola tutte le scuole potranno compiere un vero e proprio percorso, che, partendo dal lavoro in classe sul Tema di Expo Milano 2015, culminerà nella visita al Sito Espositivo e lascerà una molteplicità di contenuti ed esperienze alle generazioni future.
Durante l’anno scolastico 2012-2013 si è conclusa con successo la «fase pilota» del Progetto Scuola che ha coinvolto le scuole di Monza, con 39 Istituti che hanno realizzato ben 100 lavori.
Forti di questa esperienza positiva e di altre, ad Aprile 2014 Progetto Scuola ha proposto, in collaborazione con il MIUR, una serie di iniziative concorsuali che hanno lo scopo di attivare le scuole sul Tema dell'alimentazione e della sostenibilità e di favorire gli scambi di esperienze sui temi di Expo 2015 anche con le scuole di altri paesi.
I migliori progetti delle scuole, selezionati attraverso i bandi, saranno presentati in Padiglione Italia nel periodo dell’Esposizione Universale.
Conclusa l’Esposizione, verrà restituita alla società un’eredità: i contenuti prodotti sul tema saranno raccolti e diffusi attraverso tutte le piattaforme web messe a disposizione da Expo 2015.
Per saperne di più, vi invitiamo a visitare il sito www.progettoscuola.expo2015.org.



Matteo P., Lorenzo R. e Matteo C.

giovedì 19 febbraio 2015

COPPA D'AFRICA


Da pochi giorni si è conclusa la Coppa d’Africa che si è disputata in 


Guinea Equatoriale e ha visto come vincitrice la Costa d’Avorio. Ec-


covi i risultati del torneo internazionale.

 

Finale

 
Costa d'Avorio - Ghana, 9-8 d.c.r.
 
Semifinali


Costa d'Avorio - Repubblica Democratica del Congo 3-1. Reti: Yaya 
Tourè (CdA, 19'), Mbokani (RdC, 23'), Gervinho (CdA, 40'), Kanon (CdA, 
60').
Ghana - Guinea Equatoriale 3-0*Jordan Ayew rig, Wakaso, Andrè Ayew
 * La partita è terminata dopo 40' di sospensione a causa degli scontri 
tra i tifosi sugli spalti e di un'invasione di campo.
Quarti di finale 
 

Congo - Congo DR 2-4 Dore, Bifouma (CO), Mbokani (2), Bokila, 
Kimwaki
Tunisia - Guinea Equatoriale 1-2 Akaichi, Balboa
Ghana - Guinea 3-0 Atsu (2), Appiah
Costa D'Avorio - Algeria 3-1 Bony (2) (CO), Gervinho, Soudani (AL)
Fase a gironi
Gruppo A


Congo 7, Guinea Equ. 5, Gabon 3, Burkina Faso 1
Partite giocate
Guinea Equ. - Congo 1-1 Nsue Lopez (GE), Thievy Bifouma (CO)
Burkina Faso - Gabon 0-2 Aubameyang, Evouna
Guinea Equ. - Burkina Faso 0-0
Gabon - Congo 0-1 Oninaguè
Congo - Burkina Faso 2-1 Thievy Bifouma (CO), N'Guessi (CO), Bancé (BU)
Gabon - Guinea Equ. 0-2 Balboa rig., Iban Edu
Gruppo B


Tunisia 5, Isole Capo Verde 3, Congo DR 3, Zambia 2
Partite giocate
Zambia - Congo DR 1-1 Singulouma (ZA), Bolasie (CO)
Tunisia - Isole Capo Verde 1-1 Ali Moncer (TU), Heldon Ramos rig. (IS)
Zambia - Tunisia 1-2 Mayuka (ZA), Akaichi, Chikhaoui (TU)
Isole Capo Verde - Congo DR 0-0
Isole Capo Verde - Zambia 0-0
Congo DR - Tunisia 1-1 Bokilla (CO), Akaichi (TU)
Gruppo C 


Ghana 6, Algeria 6, Senegal 4, Sud Africa 1
Partite giocate
Ghana - Senegal 1-2 Andrè Ayew rig. (GH), Diouf, Sow (SE)
Algeria - Sud Africa 3-1 Hyatshwayko, Ghoulam, Slimani (AL), Phala
Ghana - Algeria 1-0 A. Gyan
Sud Africa - Senegal 1-1 Oupa Manysa (SA), Kara (SE)
Senegal - Algeria 0-2 Mahrez, Bentaleb
Sud Africa - Ghana 1-2 Masango (SA), Boye, Andre Ayew (GH)
Gruppo D


Costa D'Avorio 5, Mali 3, Guinea 3, Camerun 2
Partite giocate
Costa D'Avorio - Guinea 1-1 Doumbia (CO), Yattara (GU)
Mali - Camerun 1-1 Yatabarè (MA), Oyongo-Bitolo (CA)
Costa D'Avorio - Mali 1-1 Max Gradel (CA), Sako (MA)
Camerun - Guinea 1-1 Moukandjo (CA), Traoré (GU)
Camerun - Costa D'Avorio 0-1 Max Gradel
Guinea - Mali 1-1 Kostant rig (GU), Maiga (MA)

I giocatori della Costa d'Avorio festeggiano la vittoria


Tommaso S.C. - Roberto T.

giovedì 12 febbraio 2015

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE

Giovedì 29-01-2015 le classi seconde sono andate a Seregno al teatro SAN ROCCO in occasione della Giornata della Memoria a vedere lo spettacolo “Il bambino con il pigiama a righe”, tratto dal famoso romanzo di John Boyne.
Lo spettacolo racconta, attraverso la lettura di alcuni brani da parte degli attori, l'amicizia tra due bambini ai tempi della Shoah: Smhuel (un bambino ebreo, originario della Polonia, deportato nei campi di sterminio ad Auschwitz) e Bruno (figlio di un comandante nazista).
Noi ragazzi abbiamo provato forti emozioni alla fine, quando Bruno e Shmuel si trovano intrappolati nella camera a gas.
La storia ci ha fatto capire che a quel tempo la vita era molto dura nei campi di sterminio, soprattutto in quello di Auschwitz.

 
Una scena tratta dal film "Il bambino con il pigiama a righe"


...E i nostri compagni, da che cosa sono rimasti particolarmente colpiti? Lo scoprirete con la nostra intervista, che riportiamo qui di seguito.

Che emozioni  hai provato?
Aleida R. - 2C: Tristezza
Martina M. - 2B: Tristezza
Eleonora T. - 2D:Tristezza
Martina S. - 2A: Tristezza

Che parte ti ha colpito di più?
Aleida R.- 2C: Quando i due bambini si incontrano.
Martina M.- 2B: La scena dove i due bambini sono divisi dalla rete.
Eleonora T.- 2D: Quando Bruno aiuta Smhuel.
Martina S. – 2A: Quando Bruno va a trovare Smhuel.

Il comportamento del padre è cambiato dopo la morte del figlio?
Aleida R.- 2C: Sì, perché si è reso conto della gravità della situazione.
Martina M.- 2B: No, perché il suo obiettivo era quello di sterminare gli Ebrei.
Eleonora T.- 2D: Sì, perché ha capito che era sbagliato.
Martina S.- 2A: Sì, perché ha capito cosa vuol dire perdere una persona importante.

Cambieresti il finale?
Aleida R.- 2C: Sì, a mio parere, dovrebbe esserci un lieto fine.
Martina M.- 2B: No, perché è bello morire tra le braccia di un amico.
Eleonora T.- 2D: Sì, perché, secondo me, Smhuel avrebbe dovuto rivedere suo padre prima di morire.
Martina S.- 2A: Vorrei che la Storia fosse andata diversamente, ossia che i Russi avessero liberato prima il campo di sterminio Aushwithz.


Federica P., Chiara S., Matteo P.

L'INFINITO...DI CHIARA

IMMENSITÀ ED ETERNITÀ SONO DUE TEMI FONDAMENTALI NELLA POETICA DI LEOPARDI E, DINANZI AD ESSI, IL POETA PROVA UN SENSO DI SMARRIMENTO E DI ABBANDONO; LA SIEPE, CHE GLI IMPEDISCE DI SCORGERE L'ULTIMO ORIZZONTE, DIVENTA UN PRETESTO PER VIAGGIARE CON LA FANTASIA. RACCONTA COSA IMMAGINI TU PENSANDO ALL'INFINITO E ALL'ETERNO, CHE COSA PROVI, QUALI DOMANDE SCATURISCONO DA QUESTA MEDITAZIONE, DOVE TI PORTA LA TUA FANTASIA, QUALI SONO I LIMITI CHE TI IMPEDISCONO DI CONOSCERE, VIVERE, AGIRE COME VORRESTI, SE E IN CHE MODO PROVI A SUPERARLI.

L'infinito e me. Io e l'infinito. Due mondi che forse vanno a compenetrarsi, unirsi, fondersi tra loro.
Io, senza l'eternità, dopo la morte non sarei più senza di me, all'immensità mancherebbe qualcosa.
A volte, mi fermo a chiedermi se l'eternità e l'immensità esistano davvero.
Guardo le stelle dalla finestra della mia stanza, le ammiro brillare spavalde in quel tappeto di tenebra che è il cielo della notte.
Se socchiudo gli occhi, mi sembra quasi di vederle danzare, seguendo un ritmo libero, veloce e lento, incalzante e malinconico, libere da qualsiasi limite o regola.
Inizio a sentire qualcosa battere all'interno della mia testa e del mio petto, come volesse uscire e cambiare ciò che sto ammirando, modificare l'ambiente in cui mi trovo, trasformare me.
Non ho idea del perché si sia soliti associare i concetti di immensità ed eternità alle stelle; anche esse, ad un certo punto, smettano di brillare. Ma per ora sono lì e le guardo mentre si dispongono in un certo ordine all'interno delle enormi pagine ancora vuote del cielo notturno come per scrivere qualcosa, imprimere luce sul buio comporre alcune frasi.
Ma... a quale scopo? Mentre sono immersa nei miei pensieri, sento bussare alla porta ed abbandono quell'immagine soprannaturale per tornare a quella terrestre, quotidiana, di tutti i giorni, e guardo la distesa nera sopra di me: un cielo notturno in una fredda notte di novembre che non mi dice assolutamente niente. Riprendo la concentrazione.
Ci riprovo. Le stelle captano i miei pensieri, tornano a descrivere grandi lettere nel cielo, fino a spingermi a contarle formare una parola chiara, forte, diretta, scritta a caratteri cubitali: “Contaci”. Non ho idea di cosa voglia dire.
Per poco il cor non si spaura, direbbe Leopardi, se si trovasse qui con me. Forse sto impazzendo; sì deve essere così. In una situazione del genere, nessuno sentirebbe le stelle parlare nel buio della notte.
Ma quando mi accorgo che qualcosa si mette in moto dentro di me, che c’è un meccanismo che non riesco a fermare e che mi domina, penso che esista qualcos’ altro oltre quella realtà, la quale un po’ rappresenta per me ciò che la siepe era per Leopardi: un limite, un ostacolo, restrizioni, divieti.
La realtà obbliga tutti a vedere le stesse identiche cose, mentre ciò che sto provando io è l’esatto contrario di questo: sto vedendo qualcosa che gli altri non riescono a scorgere, qualcosa del mio “io” personale, di mio. Cos’è?
È forse essa la ragione per cui le stelle cercano di comunicare con me, mi chiedono di contarle, danzano fluttuando insieme ai miei pensieri in un freddo buio di novembre?
In questa situazione corpo e mente si sentono così deboli, ma anche leggeri, liberi di viaggiare, potenti, ma non immensi: secondo me, infatti, nessuno, da solo, può essere infinito, sempre grande, sempre forte…è forse per questo che le stelle non appaiono mai singolarmente nel cielo, ma in grandi scie tanto luminose da sembrare infinite?
Io non sono un astro, piuttosto una goccia che, cadendo nell’acqua, contribuisce a formare un mare d’immensità.
Mi chiedo se il termine “estraniamento” possa descrivere in modo esauriente il mio stato d’animo.
Forse sto per svenire, mi sento così assente nel corpo, ma così presente nella mente.
Mi accorgo di essere perfettamente lucida, sveglia e attenta. Che mi succede? Potrebbe essere la fantasia?
Non è possibile.
La fantasia è per i bambini piccoli, non è una cosa che si addice ad una ragazza “grande”, di terza media.
Di sicuro, se lo dicessi in giro verrei derisa da tutti.
Secondo i miei coetanei, infatti, essere dotati di immaginazione significa sognare paesi incantati ed unicorni, ma, in fondo, non è proprio come sognare stelle che parlano?
In effetti, a pensarci bene, si tratta sempre di fantasticare con la forza della mente.
Potrei anche immaginare una nave pirata che superi tutti i veicoli che scorrazzano sull’autostrada, perché no?
D’ altronde, non credo ci sia nulla di sbagliato nell’immaginare.
All’interno del mondo della fantasia non ci sono né limiti né regole, al contrario che in quello della realtà, caratterizzato da vincoli e restrizioni che limitano la possibilità della gente di “vivere un sogno”.
Nella mia mente, posso fantasticare chili di dolciumi, una nuotata nel mare, essere goccia nel mare.
Forse la fantasia è l’unico mezzo per andare oltre i limiti della regola, del possibile, della realtà.
L’immaginazione, magari, racchiude in sé anche la realtà.
Decido di seguire il consiglio delle stelle: provo a contarle, perdo il conto e ricomincio daccapo.
Riprovo, arrivo a milletré e riparto.
Forse in tutto questo consiste l’infinito: provare a contare le stelle, non riuscirci, ritentare, fallire, riprovare, per sempre, eternamente.
Ma ecco che mi sveglio, le stelle non ci sono più, una forte luce entra dalla finestra della stanza.
È giorno.
Dove sono stata fino ad ora?
Devo essermi addormentata.
Cos’ è che deve avermi fatto assopire ed immaginare di dialogare col cielo, con le stelle, con me stesa?
Forse solo una cosa è immensa, poiché racchiude in sé tutte le cose, eterna, perché come una fiamma inestinguibile durerà per sempre.
Solo una cosa è in grado di andare oltre i limiti, farmi capire il mondo, scoprire me stessa: la forza dei sogni.





Scritto da Chiara R., ricopiato a computer da Giulia M.

sabato 7 febbraio 2015

DICONO DI NOI...


Cari lettori,
desideriamo condividere con voi l'articolo pubblicato dal Giornale di Carate in seguito all'esibizione del cantante dei Vallanzaska presso la nostra scuola (cliccate sull'immagine dell'articolo).
Buona lettura!












giovedì 5 febbraio 2015

LETTERA ALLA MEMORIA





Martedì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, Davide Romagnoni, cantante dei Vallanzanka , un gruppo musicale che si dedica al genere SKA, è venuto nella nostra scuola e ci ha cantato una canzone intitolata “Lettera”, di cui vi riportiamo il testo qui di seguito.

Quando ero solo un ragazzo, prelevato nella notte
caricato a furia e botte, mi hanno messo dentro a un treno
con me c'era la mia famiglia, gli abitanti del quartiere
ci mancava l'aria,
fuori c'era già la neve

Arrivati alla stazione, si vedeva il fumo nero
con la prima selezione siamo diventati zero
mio fratello piccolino, da lontano mi ha chiamato
prima l'hanno preso a pugni, poi un cane l'ha sbranato

Non ci credi, io lo vedo ma te lo racconterò
guarda un tatuaggio anch'io c'è l'ho
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
guarda un tatuaggio anch'io ce l'ho

Prima ci hanno denudato, deriso ed annaffiato
con i piedi nella neve si ghiacciavano le vene
Nella mia baracca che puzzava di morte
ho  perso le mie forze nella camicia a righe

Poi il dottore con la faccia, con la faccia da dottore
ci ha messo su due file, in piedi per sei ore
Poi ha detto questo sì, poi ha detto questo no
Mio padre mi ha guardato, mia madre salutato

Non ci credi, io lo vedo ma te lo racconterò
guarda un tatuaggio anch'io ce l'ho
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
guarda il tatuaggio anch'io ce l'ho

Non ho più la mia famiglia, nessuno da abbracciare
voglio che mi ascolti, che tu stia lì a pensare
presto partirò, ritroverò i miei cari
ti lascio il mio messaggio, ripensaci domani

Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò


Dopo l’esecuzione del brano musicale, Davide Romagnoni ci ha dato la possibilità di porgli alcune domande, a seguito delle quali ci ha spiegato il significato del titolo Lettera, precisando che, inizialmente, la canzone avrebbe dovuto intitolarsi “Lettera a un giovane neo-nazista”. Successivamente, l’artista decise di abbreviarlo affinché potesse raggiungere tutti, nessuno escluso, in quanto si è reso conto che, con il passare degli anni, sono sempre di più le persone che tendono a dimenticare o a negare quanto accaduto al popolo ebraico. Ci ha anche detto di aver scritto la canzone in soli dieci minuti e ci ha spiegato che spesso le canzoni scritte di getto sono le migliori.
Si è poi soffermato sul verso “Poi il dottore con la faccia da dottore”, spiegandocene il significato: i dottori fanno un giuramento nel quale devono promettere di aiutare le persone malate e salvarle, invece quei “dottori” decidevano con un solo gesto della mano chi doveva “sopravvivere temporaneamente” per andare a lavorare e chi doveva, invece, morire immediatamente nelle camere  a gas.
Per noi questa è stata un’occasione per riflettere sulla Shoah in modo diverso, un modo decisamente migliore rispetto alle solite spiegazioni che si trovano sui libri e ai soliti filmati.
Ringraziamo tutti i professori e, in particolare, il nostro amatissimo prof. Penati per aver organizzato questo evento.



Davide Romagnoni


Davide Romagnoni insieme alla Band dell'Istituto Paccini (i nostri professori)

Il gruppo Vallanzaska

Zainab E., Hanae E.H., Lorenzo R.