martedì 31 marzo 2015

RASSEGNA CONCERTISTICA "MUSICA A SCUOLA"

Cari lettori,
desideriamo condividere con voi le riflessioni di Elisabetta scritte dopo aver assistito alla Lezione concerto di giovedì 26 marzo 2015.
Per saperne di più, vi invitiamo a consultare il sito web del nostro Istituto: www.icpaccinisovico.gov.it.  
Buona lettura!


METTI UNA SERA …A CORTE

Cos’è questo frusciare, come di piedi danzanti al ritmo di Giga?… da dove vengono questi arpeggi e pizzichi di corde a formare una Sarabanda?
Siamo alla corte degli Estensi, da papa Urbano VIII o… a scuola?
A guardarci intorno sembra proprio l’aula polifunzionale di scuola e anche le facce incantante e (straordinariamente) silenziose che mi circondano sono quelle note dei miei compagni.
Solo è una serata speciale: la seconda della rassegna concertistica “MUSICA A SCUOLA”. 
Ospite d’eccezione, il maestro Mauro Pinciaroli e i suoi straordinari strumenti venuti dal passato: Liuto Tiorbato e Tiorba. Due capolavori di liuteria, antichi progenitori della chitarra, protagonisti delle danze e delle cantate nelle corti Barocche e del Rinascimento.
Tra una Fuga e un Preludio impariamo che, prima di Bach e del “temperamento equabile” usato per lo strumento che suono (il pianoforte), il liuto e la tiorba si accordavano secondo due “temperamenti” diversi: quello 440 (…Hz, la frequenza dei battimenti del LA) per le danze, e quello 415 quando si accompagnavano i cantori.
Rimango sorpresa ad osservare i disegni della “intavolatura”, il modo antico di scrivere musica per liuto. Avessero dovuto farlo per un pianoforte ci sarebbero voluti più di 100 righi!
Il maestro ci spiega che la Tiorba ha un manico così lungo perché ci sono corde che producono suoni prolungati e gravi, che possono essere solo pizzicate: sono i bordoni. Mi ricordo che anche l’organo che papà suonava in chiesa aveva tra i suoi registri i bordoni e si usavano per suonare le “Pive” natalizie.
E questo non è che l’inizio, anzi… l’inizio c’era già stato qualche settimana fa al ritmo dello swing del duo Barlassina. Da Gershwin alla “stangata” e persino “Super Mario”. Clarinetto e pianoforte ci hanno catapultati tra le luci intime dei locali notturni di New York. 
Non mi resta che invitarvi ai prossimi appuntamenti in cui faranno ingresso trionfale nel programma… gli ARCHI!
Sono sicura che le sorprese non mancheranno.
Elisabetta B., III A



giovedì 5 marzo 2015

TUTTI INSIEME, COMPRESO ME!


Quest'anno la classe 2A, sotto la guida delle insegnanti Barbara Braito e Barbara Berardi, ha partecipato a un concorso volto a riflettere sul tema della disabilità mentale...ecco a voi il risultato!
Buona lettura!


Tutti insieme, compreso me!

DRIN! DRIN! DRIN!”un colpo secco fece volare la sveglia dall’altra parte della stanza.
Che pizza! Un altro anno di scuola media… se si potesse con un salto a piè pari arrivare alle superiori, tutto sarebbe più elettrizzante! Per non parlare di tutti quei mocciosi che mi girano intorno come delle mosche fastidiose e che cinguettano tutto il tempo con quelle vocine da bambini! Il re di tutte quelle creature insignificanti –pensava tra sé e sé- è quell’imbranato e inutile di Samuele che con il suo sguardo perso nel vuoto strisciava come una lumaca lungo i corridoi della scuola trasportato dai suoi pensieri! Autistico dicevano di lui, sì ma cosa vuol dire “autistico”? Che cosa ci stanno a fare al mondo le persone come lui se non amano stare con gli altri?!”
Riccardo, sei ancora a letto? Datti una mossa se no arriverai tardi il primo giorno” strillò sua madre dalla cucina.
In fretta e furia Riccardo si alzò, infilò i jeans e la maglietta che aveva comprato per l’occasione, si precipitò giù dalle scale e, prendendo la cartella, balzò sul suo motorino nero e lucente, regalo che suo papà aveva voluto fargli nonostante poi non fosse nemmeno stato ammesso agli esami di terza media.
Come sempre, dimenticandosi delle regole del codice stradale e dei poveri pedoni che osavano mettere i piedi sulle strisce mentre lui passava, giunse a scuola alla velocità della luce.
Arrivato a destinazione, già entrare nel parcheggio si rivelò un’impresa: una marea umana di ragazzini accalcati davanti al cancello dell’ingresso impedivano il passaggio. Cominciamo bene ! Dopo una decina di “gentili” suonate di clacson, Riccardo riuscì a crearsi un varco che gli permise di entrare nel cortile.
Ad un tratto, sbucato da non si sa dove, Samuele gli tagliò la strada costringendolo a frenare di nuovo e facendogli saltare i nervi.
Togliti di mezzo moscerino, tu e la tua disattenzione. Vedi di scomparire!”.
Samuele non ebbe nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo, si ricordava bene tutte le volte in cui Riccardo lo aveva deriso e maltrattato davanti a tutti senza che nessuno avesse mai avuto il coraggio di difenderlo. Sembrava che fosse nato per rendergli la vita impossibile!
Nonostante la noia, nonostante le interrogazioni, nonostante le note, nonostante i ”mostriciattoli”, i mesi passarono in fretta ed arrivò anche Natale.
Suonò, tra la felicità generale, la campanella che annunciava la fine delle lezioni.
Riccardo, tutto gasato ed euforico, corse fuori a prendere il suo motorino. Un vento gelido e pungente gli trapassò il giubbotto facendolo rabbrividire.
Nella strada verso casa un pedone, che proprio in quel momento stava attraversando sulle strisce, lo costrinse a frenare bruscamente. Una lastra di ghiaccio gli fece perdere il controllo della moto e, nella violenta caduta che seguì, la testa di Riccardo sbatté violentemente sull’ asfalto. L’ultima cosa che sentì fu il suono delle sirene dell’autoambulanza.
Per dieci lunghi giorni i genitori di Riccardo aspettarono ansiosi il risveglio del figlio dal coma. Dopo un tempo che sembrò interminabile, finalmente il ragazzo aprì gli occhi e l’odore di disinfettante gli fece immediatamente comprendere dove si trovava.
Un medico anziano e dall’aspetto saggio si avvicinò al suo letto e con grande delicatezza gli spiegò che nella caduta aveva riportato una grave forma di emorragia celebrale. Aggiunse che, allo stato attuale delle cose, non era ancora possibile stabilire quali sarebbero state le conseguenze sulle facoltà di Riccardo.
Il dottore si girò verso la madre, che era accanto al letto, e le rivolse uno sguardo che lasciava ben poche speranze. Poi, senza aprire bocca, uscì dalla stanza. La madre di Riccardo si sedette sul letto, dove lui era sdraiato, e dopo qualche istante disse: ”Non devi avere paura, vedrai che tutto si sistemerà. Adesso, però, è ora di tornare a casa!”.
Riccardo era rimasto immobile nel suo letto, lo sguardo perso a fissare il nulla, completamente assente.
Adesso basta,” disse sua madre con le lacrime agli occhi “ so che è difficile per te, ma piangendo non risolveremo niente, facciamoci coraggio!”.
Riccardo si alzò e, con l’aiuto della madre, arrivò sino alla porta, in quel momento gli corse incontro un’infermiera e, senza dire una parola, gli diede una sedia a rotelle e se ne andò. Riccardo la fissò per un minuto, poi, senza reagire, vi si sedette e si fece accompagnare dalla mamma fuori dall'ospedale. Salì in auto e in silenzio tornarono a casa.
Il tempo confermò i timori del medico, le capacità cognitive del ragazzo erano molto compromesse.
Dopo una lunga convalescenza Riccardo tornò a scuola. Al suo ingresso scese un silenzio imbarazzato e tutti quanti lo fissarono con uno sguardo esterrefatto e turbato . Riccardo si sentì osservato, afflitto e amareggiato.
Quella situazione lo fece sentire proprio uno sfigato, i suoi amici, incontrandolo nel corridoio della scuola, non si fermavano più a parlare con lui, ma parlavano di lui! Tutti ormai sapevano quello che gli era capitato, ormai era di dominio pubblico che Riccardo non fosse più lo stesso: aveva frequenti vuoti di memoria, talvolta vagava smarrito nei corridoi della scuola, faticava a concentrarsi e a mantenere l' attenzione per un periodo sufficientemente lungo, nulla sembrava più in grado di interessarlo, ma soprattutto aveva perso qualsiasi interesse per gli altri, vecchi amici compresi. La scuola per lui era diventata una fatica sovrumana!
Passarono alcuni mesi ed arrivarono finalmente le vacanze di Pasqua, anche se per Riccardo non sarebbero state le migliori in assoluto!
In quei giorni tutti i suoi amici erano passati a salutarlo senza troppa convinzione e tutto questo non aveva fatto altro che peggiorare la sua situazione: lui non voleva essere compatito e tutto quell’andirivieni di persone non aveva fatto altro che abbattere quella briciola di autostima che gli rimaneva.
I suoi genitori non gli avevano regalato nemmeno un uovo di cioccolato, proprio come lui aveva richiesto. Non era nell’umore adatto per scartare proprio nulla e tanto mano di trovare sorprese, ultimamente ne aveva già avute troppe!
Quella sera Riccardo stava mangiando in camera sua, proprio non se la sentiva di stare in compagnia, quando qualcuno bussò alla porta. Pensò subito che fosse sua mamma che veniva a chiedere il vassoio della cena, quindi disse: “Non ho finito, passa tra dieci minuti”, ma un altro colpo alla porta gli fece intendere che a bussare non fosse sua mamma, allora disse a bassa voce con un misti di stupore e timore: “Avanti!”. Piano piano la porta si aprì e lasciò entrare un ragazzino mingherlino con le gambe storte e all’apparenza fragili. Quando Riccardo lo riconobbe lo aggredì dicendogli: “Samuele, cosa sei venuto a fare? Volevi curiosare eh? Vattene via alla velocità del suono!”
Il ragazzo lo ignorò. Si diresse verso il divanetto di fianco al letto, si sedette, lo fissò a lungo poi esordì: “Ciao”, dopo una pausa che parve interminabile aggiunse: “sono venuto a vedere come stai.”, quando finì di parlare, sembrò improvvisamente lontano e assente, come se fosse entrato in un mondo tutto suo in cui il silenzio lo avvolgeva.
Trascorsero parecchi minuti durante i quali i due ragazzi rimasero zitti l’uno accanto all’altro. Riccardo parve addolcirsi un poco, dopo aver visto il ragazzino così preoccupato per lui.
Gli disse: “Non potrei dire come mi sento, all’inizio ero sconvolto, poi irritabile e nervoso, adesso mi sembra di stare meglio, ma nulla sarà mai come prima”.
Samuele inaspettatamente rispose: “Ti capisco, e anche piuttosto bene. So cosa si prova a non essere come gli altri. Tutti mi evitano, mi considerano inutile, ma non riescono a capire che non sono poi così diverso da loro”.
Riccardo si rese conto che stava parlando di lui, e gli disse: “Mi dispiace, non ho mai provato a mettermi nei tuoi panni e quindi ho pensato che fosse meglio prenderti in giro.”
Samuele sorrise e distolse lo sguardo.
La vicinanza di Samuele aiutò Riccardo ad entrare nella sua nuova vita, gli diede la forza di affrontare gli sguardi curiosi della gente, di porsi con leggerezza nei confronti delle situazioni più difficili, di non darsi per vinto e di “annusare il pericolo” prima che una situazione potesse diventare pericolosa, ma soprattutto gli insegnò ad amare e rispettare le persone indipendentemente dal loro aspetto e dalla loro capacità.
Dal giorno della prima visita di Samuele a Riccardo tra i due ragazzi nacque un’amicizia inaspettata e unica nel suo genere. Stavano insieme per ore, facendosi compagnia senza bisogno di scambiare inutili parole. Certo ben pochi tra i vecchi amici di Riccardo capirono e accettarono questo suo cambiamento, preferirono piuttosto evitarlo e talvolta deriderlo quando dimostrava di faticare a capire il contenuto di un brano, ma tutto questo a Riccardo ormai importava poco: il valore delle persone si vede anche in queste piccole grandi cose. 

 
La classe IIA dell'Istituto Comprensivo G. Paccini
 

CHE LAVORO VUOI FARE?


Dopo un'accurata ricerca su internet riguardante i lavori più richiesti, abbiamo scoperto che i softwaristi, gli sviluppatori e project manager sono al primo posto.

I softwaristi (tecnici informatici specializzati nella produzione e nell’applicazione di software) devono essere perlopiù ingegneri elettronici, elettrici e dell’automazione, con esperienza di 2-3 anni in programmazione di software, disponibili a trasferte in tutto il mondo e con ottima conoscenza della lingua inglese. Questi sono richiesti soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna.

Gli sviluppatori (programmatori che si prendono cura di uno o più aspetti del ciclo di vita del software, che è un qualcosa di più ampio della programmazione) - con competenze ed esperienza - devono mostrare passione per la tecnologia, capacità e volontà di autoaggiornamento, attitudine al lavoro extra-time per rispettare le scadenze. Sono particolarmente richiesti a Roma e a Milano .

I project manager (capi-progetto) hanno un ruolo di gestione operativa. Sono responsabili unici della valutazione, della pianificazione, della realizzazione e del controllo di un progetto.Nel Nord-Est sono sempre più richiesti a Venezia, Verona, Padova e Vicenza.

Cari lettori del blog, dopo aver raccolto qusti dati, abbiamo chiesto direttamente a voi che cosa vorreste fare da grandi...eccovi le risposte!
- Gabriel A. - 3B: Barista
- Andrea M. - 2D: Ingegnere
- Margherita B. - 2D: Interior Designer
- Giulia M. - 3C: Chef
- Zainab E. - 3C: Ingegnere
- Valentina D.G. - 2D: Estetista
- Riccardo P. - 2D: Traduttore
- Federica P. - 2B: Neonatologa
- Nicolas S. - 2A: Costruttore di robot
- Aleida R. - 2C: Traduttrice



Ma non ci siamo fermati qui, e così vi abbiamo anche chiesto che tipo di scuola superiore avete intenzione di frequentare in futuro.

- Gabriel A. - 3B: Paolo Borsa (Monza), Sala Bar
- Andrea M. - 2D: Liceo Scientifico (opzione Scienze Applicate)
- Margherita B. - 2D: Liceo Scientifico o Istituto tecnico (Marketing)
- Giulia M. - 3C: Alberghiero Olivetti
- Zainab E. - 3C: Scientifico tradizionale (Enriques)
- Valentina D.G. - 2 D: Istituto professionale estetista
- Riccardo P. - 2D: Liceo Linguistico
- Federica P.- 2B: Liceo Scientifico
- Nicolas S. - 2 A: …
- Aleida R.- 2C: Liceo Linguistico

E, per finire, vi abbiamo domandato quali sono i lavori che proprio non vi piacciono.

- Gabriel A. - 3B: Casalingo
- Andrea M. - 2D: Operaio
- Margherita B.- 2D: Casalinga
- Giulia M. - 3C: Professoressa della SSI grado
- Zainab E. - 3C: Insegnante
- Valentina D.G.- 2D: Scienziato
- Riccardo P. - 2D: Casalingo
- Federica P. - 2B: Estetista
- Nicolas S. - 2 A: “Niente a che fare con la scuola”
- Aleida R. - 2C: Parrucchiere




Matteo P., Roberto T., Lorenzo R. e Matteo C.