giovedì 11 dicembre 2014

SCELTI DA NOI PER VOI

Cari lettori,
noi, Carlotta e Nicole, blogger ormai esperte dell’ICPaccini’s Blog, abbiamo pensato di pubblicare settimanalmente un racconto che ci ha colpito particolarmente. Il fine è quello di condividere con voi le nostre riflessioni, nonché le nostre passioni.
…Non ci resta che augurarvi una buona lettura!

UNA STANZA A METÀ

Spesso, per evitare la guerra, tracciavano una linea immaginaria che dalla porta attraversava la stanza.
Di là stava Kate, e di qua Peter.
Da questa parte la scrivania di Peter con le matite e i colori, il suo animale di pezza, la giraffa col collo storto, il piccolo chimico e la cassetta di latta che conteneva tutti i suoi segreti e che Kate cercava sempre di aprire.
Dall’altra parte, la scrivania di Kate, il suo telescopio, il microscopio e per tutto il resto della sua camera c’erano le bambole.
Stavano sedute sul davanzale della finestra con le gambe ciondoloni, in bilico sulla cassettiera e appoggiate agli specchi, sedute dentro la carrozzella, pigiate come operai pendolari sulla metropolitana.
Le preferite erano quelle più vicine al suo letto. Ce n’erano di tutti i colori, dal nero più nero e lucido come vernice da scarpe, al bianco più smorto, ma per lo più erano di un bel rosa acceso. Certe erano nude altre indossavano una sola cosa, un calzino, una maglietta, o una cuffia.
Alcune erano tutte agghindate in lussuosi vestiti
da ballo con fasce, tuniche in pizzo e strascichi carichi di nastrini. Erano una diversa dall’altra, ma una cosa in comune l’avevano:quello sguardo fisso, arrabbiato, da pazze. In teoria avrebbero dovuto essere dei neonati, ma gli occhi le tradivano. I neonati non guardano in quel modo nessuno. Passando accanto alle bambole, Peter si sentiva osservato e, uscendo dalla stanza sospettava sempre che si mettessero a parlare di lui, tutte e sessanta.
Eppure, non gli aveva mai fatto niente di male e in fondo ce n’ era soltanto una che proprio non gli piaceva. LA CATTIVA. Persino a Kate le metteva paura, talmente tanta che non aveva il coraggio di buttarla , casomai quella fosse tornata nel cuore della notte per vendicarsi. La Cattiva chiunque l’avrebbe riconosciuta al primo sguardo. Era di un rosa mai visto su un essere umano. Molto tempo fa la gamba sinistra e il braccio destro erano stati strappati dai buchi del corpo. E sul cranio crivellato di buchi le cresceva un ciuffo spesso di capelli neri.
Chi l’aveva fabbricata doveva aver avuto intenzione di farle un bel sorriso dolce, ma qualcosa era di sicuro andato storto nello stampo, perché la Cattiva tirava su il labbro in una specie di smorfia e pareva sempre pensare alle cose più brutte del mondo.
Qualche volta Kate la prendeva in braccio e cercava di ammansirla con paroline dolci, ma dopo un minuto rabbrividiva e la rimetteva al suo posto.

Scelto da noi per voi perché…
Abbiamo scelto questo racconto per la fantasia con cui lo scrittore ha descritto nei minimi particolari la “Cattiva” (la bambola malefica che era situata nella parte più oscura della stanza di Kate) e soprattutto per la capacità del protagonista di coinvolgere il lettore e di trasmettergli un senso di paura.


INVESTITO DA UN’AUTO CON UNA GOMMA A TERRA

Io non mi abbronzo facilmente. E neanche difficilmente. Mi spiego, ho i capelli rossicci e la pelle delicatissima. Quando vado in spiaggia non mi prendo una bella tintarella no, mi prendo un brutto colpo di sole.
E poi non vado mai in spiaggia perché sono di Brooklyn. I Brooklinesi hanno solo Coney Island, che come spiaggia fa schifo. Correva voce durante la guerra che i sottomarini tedeschi nemici, se vi ricordate, venivano qui e l‘inquinamento li corrodeva, nella zona di mare riservata ai bagnanti.
Ero un ragazzino sensibile, io, ero un poeta.
Nella mia classe c’erano tipetti duri ce n’era uno, Floyd, che sedeva nel banco degli asini, capite, che aveva il cervello dura zucca. Uno di quelli con la mentalità da vegetale.
In quegli anni successivi diventammo però amici, da grandi. Io gli tolsi una spina da una mano.       
Una volta, da ragazzo, me ne stavo andando a lezione di violino. Passo davanti a una sala da biliardo e lì c’era la banda di Floyd, stava sgonfiando le gomme delle auto dei paraggi. Non solo a quelle parcheggiate ma anche a quelle in movimento. Io passo oltre come niente fosse e lui mi chiama, fa: - Ehi, Roscio!
Non ci ho visto più. Ero un ragazzo coraggioso. Poso il violino. Vado là e gli dico : - Non mi chiamo Roscio. Se mi vuoi, rivolgiti a me educatamente, il mio nome è Heywood Allen, per tua norma e regola.
Trascorsi quell’inverno sulla sedia a rotelle dopo che un’ equipe di chirurghi mi estrasse il violino. Per mia buona fortuna non prendevo lezioni di violoncello.
Io non sono combattivo. Non so battermi e, poi, ho i riflessi lentissimi. Una volta, fui investito da un auto con una gomma a terra, che la spingevano in due.

Scelto da noi per voi perché…
Abbiamo scelto questo racconto perché è divertente, simpatico e ironico allo stesso tempo. L’abbiamo scelto anche per far capire quanto è brutto il bullismo e quanto è terribile essere presi di mira da qualche prepotente.


DUE AMICI INSEPARABILI

E’ la storia di nuvola, un coniglietto bianco, rimasto solo dopo essere sopravissuto a tutti i suoi fratellini morti in tenera età, e di Vajolet, una graziosa, micina nata, stranamente, come figlia unica, cresciuta solitaria e schiava perfino degli altri gatti. Nuvola mi è stata regalata da una bambina di dieci anni che, in segno di grande affetto e amicizia, ha deciso di privarsi di quell’unico coniglietto che le era rimasto, raccomandandosi di circondarlo di affetto.
Non è difficile capire quale e quanta fosse la mia preoccupazione: un coniglietto tutto solo in un luogo nel quale non vi era nessun altro compagno coniglio e dove, anzi, i predatori abbandonavano, tra i cani e gatti!
Nel frattempo era nata Vajolet da una gatta che di cucciolate numerose ne aveva sempre fatte! Il numero minimo dei suoi gattini è sempre stato di quattro o cinque……ma questa volta, guarda caso, era nata solo lei, una gattina impertinente che aveva quasi subito manifestato il suo carattere indipendente e aggressivo, nonché schivo e differente verso tutti.
Da giorni la osservavo mentre se ne stava rannicchiata, con un’espressine triste e pensierosa…….Poi era arrivato questo coniglietto, un batuffolo bianco che scappava al primo impercettibile fruscio, che tremava appena lo guardavi un po’ più a lungo del solito……Quanta indecisione prima di lasciare che Nuvola e Vajolet si avvicinassero l’uno all’altra….E poi…..stento ancora a crederlo! Dopo essersi annusati e studiati da tutti i punti di vista, è scoccata la scintilla!!! Sono diventati inseparabili: si corrono dietro, giocano, mangiano, dormono, fanno lotte e perfino…..vanno in bagno sempre insieme!!! Così, tra queste due anime sole, è nata un’amicizia meravigliosa che ha cancellato persino il ricordo della loro solitudine.

Scelto da noi per voi perché…
Questo racconto per noi è molto significativo, perché rappresenta l’amicizia tra due animali così diversi tra loro. I due protagonisti, alla prima occhiata, sono diventati amici per la pelle, e probabilmente, lo rimarranno per sempre, così come spesso succede a noi esseri umani.





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