Bentornati cari amici del blog! Quest'anno, noi ragazzi dell'attività integrativa Bellezza KM0 abbiamo deciso di creare degli itinerari a sfondo naturalistico, artistico e culturale da condividere con tutti voi.
Visiteremo i luoghi più belli e interessanti della Brianza, in particolare del territorio circostante Sovico! Posteremo di volta in volta immagini, notizie e suggerimenti utili e udite, udite, se vorrete visitare qualcuno di questi posti, potrete usufruire anche delle nostre guide specializzate.
Il team di BKm0
Il team di BKm0
VILLA
CAMPELLO
Indirizzo:
Via Salvadori, 1 – Albiate
(MB)
INTRODUZIONE
La
Villa si trova vicino al fiume Lambro, in località Campello, da cui
appunto prende il nome. L'edificio è più o meno a forma di U ed è
strutturato su tre piani, occupando una superficie di circa 900 metri
quadri. Fonde al suo interno diversi stili architettonici, che
spaziano dal Rinascimentale fino al Neoclassico.
Ci
sono molti elementi decorativi, tra cui lesene, cornici, mostre,
fregi, fasce marcapiano e sottogronda; la struttura portante è
costituita da muratura continua in mattoni di laterizio.
Attraverso
un viale alberato si accede al parco, dove ci si imbatte in alberi
secolari.
Villa Campello |
STORIA
E USI NEL TEMPO
La
costruzione di Villa Campello fu avviata nel 1903 e terminata nel
1907, su progetto dell’architetto Giuseppe Gmur.
Inizialmente
fu abitata da Michelangelo Viganò, un importante industriale,
insieme a sua moglie Serafina Boleri. Essi si occuparono della
progettazione del parco, ispirandosi alla Villa dell’Orlanda a
Rancate, dimora abituale dei Viganò.
Michelangelo
Viganò era proprietario di un'importante filatura della zona,
fondata dal padre Galeazzo e Villa Campello rappresentò il sigillo
del peso economico e civico della famiglia Viganò.
Nel
1918, l'anno della morte di Michelangelo, la villa divenne
l'abitazione del fratello minore, Antonio Viganò. Dopo la sua morte,
nel 1972, Villa Campello fu acquistata da una società immobiliare e
venne rilevata dall'amministrazione comunale di Albiate nel 1976, che
aprì immediatamente il parco al pubblico. Dopo una lunga
ristrutturazione, nel 1991 divenne sede del municipio di Albiate.
Al
piano terreno della Villa si trova la sala del Consiglio Comunale, la
sala di rappresentanza e la Biblioteca Comunale. Il piano superiore
ospita gli uffici del Comune.
LA
NOSTRA ESPERIENZA ALLA VILLA...
Noi
del gruppo “Bellezza km 0”, giovedì 8 ottobre, abbiamo avuto la
fortuna di visitare Villa Campello.
Siamo
stati accolti dalla bibliotecaria che, gentilmente, ci ha
accompagnati in quella che oggi è la stanza dove si riunisce il
Consiglio Comunale e dove si tengono le premiazioni di vari concorsi
di fama nazionale, come, per esempio, il Concorso di Poesia Albiatum.
In
passato, questa sala era il salone principale della villa: l'unico
elemento originale rimasto è il camino in pietra. La stanza è molto
luminosa, grazie alle grandi finestre che danno sul parco. Lungo la
parete opposta al camino è collocato un grande tavolo, dove siede la
giunta comunale.
Proseguendo
la visita ci ha accompagnato il signor Sergio Lambrugo, responsabile
dell'Ufficio anagrafe. La seconda stanza che abbiamo visto è la sala
di rappresentanza, denominata “Sala del Camino”, l'unica rimasta
come in origine. Al suo interno si possono ammirare un grande camino
e il bel soffitto a cassettoni. Oggi è usata come sala di
accoglienza, per rinfreschi e piccole cerimonie. Qui è conservato il
labaro di un drappello di albiatesi che hanno preso parte alla
battaglia di San Fermo del 1859.
Il
piano superiore, totalmente ristrutturato, attualmente ospita gli
uffici comunali. Due ampi balconi si affacciano sul parco, e
permettono di intravvedere in lontananza le montagne lecchesi.
L'unica stanza rimasta in parte originale, a questo piano, è una
piccola sala riunioni.
Infine
abbiamo visitato la Biblioteca Comunale posta su due piani: al
pianoterra si trova la sezione per ragazzi, mentre salendo le scale,
si incontra quella degli adulti, arricchita da una balconata interna,
che dà sulla sala consiliare.
La
nostra visita si conclude con il rientro a scuola.
L'opportunità
di visitare la Villa Campello ci ha permesso di conoscere uno degli
edifici più belli del nostro territorio, costruzione che ha
subito il passaggio da dimora privata a uso pubblico.
Riccardo, Lucia, Greta
PARCO
DI VILLA CAMPELLO – ALBIATE (MB)
INTRODUZIONE
Il
Parco di Villa Campello si trova ad Albiate, in provincia di Monza e
Brianza e, come si può facilmente intuire, è un bellissimo parco
che circonda una sontuosa villa del primi anni del '900. Al suo
interno, oggi, si trovano il comune del paese e la biblioteca.
Nel
parco, che si estende su una superficie di circa 50000 metri
quadrati e che comprende anche un alloggio per il custode e una casa
colonica, ci si imbatte in alberi secolari, tra cui faggi, tigli,
ippocastani, araucarie e cedri.
Il
parco si divide in due parti: parte alta e parte bassa. Nella parte
alta (con in mezzo situati il comune e la biblioteca) c'è un'ampia
zona verde con un parcogiochi per bambini, dotato di scivoli e
altalene. Nella zona bassa, situata dopo una discesa di almeno 10
metri, è presente un'altra vasta zona verde circolare perfetta per
correre o fare camminate.
ORARI
DI APERTURA
Il
parco è aperto nei seguenti orari:
-
lunedì - venerdì: ore 7.30 – 20.00;
- sabato: ore 7.30 – 19.00;
- sabato: ore 7.30 – 19.00;
-
domenica: ore 8.00 – 19.00.
COME SI
ACCEDE AL PARCO
Al
parco è possibile accedere dagli ingressi di via Dante 15/A
(pedonale) e di via Salvadori 1 (accesso carraio, transito limitato
ai soli mezzi autorizzati).
L'accessibilità è totale.
LA NOSTRA
ESPERIENZA AL PARCO
Noi
ragazzi dell'attività Bellezza
a KM0
abbiamo avuto la possibilità di visitare il parco facendo una bella
passeggiata e abbiamo anche ammirato lo splendore della villa (da
fuori).
Durante
la nostra canmminata, abbiamo raccolto castagne, ricci (delle
castagne), bacche inchiostro, pigne, foglie e sassi di varie forme e
colori.
Abbiamo
percorso vialetti immersi nel verde e ci siamo accorti delle
molteplici “risorse” del parco, come, per esempio, tavoli da
pic-nic, fontanelle e bagni pubblici... il tutto circondato da
alberi.
Consigliamo
quindi a tutti, ma proprio tutti, di visitare il nostro “polmone
verde” e, perché no, di farlo anche in bicicletta.
Buona
passeggiata!
Severine, Gabriele, Mattia, Davide, Valerio
La parte alta del parco |
Uno scorcio del parco visto dalla villa |
La diga del Gleno prima del disastro |
Introduzione
La
diga del Gleno era
uno sbarramento sul torrente Gleno che il 1 dicembre 1923 crollò,
causando un'immane tragedia che sconvolse la valle di Scalve in
provincia di Bergamo e la Val Camonica in provincia di Brescia.
La
diga ad archi multipli e a gravità realizzata a 1500 metri
d'altitudine sarebbe dovuta servire per produrre energia elettrica.
Storia
Nel 1907
l'ing. Tosana di Brescia richiese una concessione per lo sfruttamento
idroelettrico
del torrente Povo
e
Nembo.
Il
progetto prevedeva un serbatoio al piano di Gleno per creare un
impianto idroelettrico La
concessione venne in seguito ceduta all'ingegner Gmur di Bergamo, e
da questi alla Ditta Galeazzo Viganò di Ponte
Albiate in comune di Tiraggio.
Tale
impianto avrebbe dovuto fornire energia alla ditta tessile di
Galeazzo Viganò di Ponte Albiate. Galeazzo
Viganò era il proprietario della Villa Campello di Albiate.
Nel 1917 il Ministero dei Lavori Pubblici autorizzò la realizzazione di un invaso di
3.900.000 metri cubi in Località Pian del Gleno. Pochi mesi dopo, la ditta Viganò notificò
l'inizio dei lavori, anche se il progetto esecutivo non era stato
ancora approvato dal Genio Civile.
Dopo una serie di proroghe, nel 1919 venne presentato il progetto esecutivo per una diga a gravità,
firmato dell'ingegner Gmur, il quale però morì nel 1920 e venne
sostituito dall'ingegner Santangelo di Palermo.
Nel settembre 1920,
alla prefettura di Bergamo giunse la segnalazione che per la
costruzione della diga la ditta utilizzava calcina invece di cemento. Vennero perciò inviati degli ispettori a
raccogliere dei campioni di calce,
che però non vennero sottoposti ad esame.
Nel 1921 il progetto esecutivo dell'ingegner Gmur fu
approvato, ma nel frattempo i lavori procedevano già da qualche anno
e la Ditta Viganò aveva appena appaltato alla Ditta Vita & C. le
opere di edificazione delle arcate.
Agli inizi di agosto del 1921 l'ingegner Lombardo
del Genio Civile eseguì un sopralluogo al cantiere e constatò che
la tipologia costruttiva della diga a progetto, cioè a gravità, era
stato cambiata in corso d'opera in una diga ad archi multipli.
Il 12 agosto 1921 il Genio Civile informò quindi il Ministero dei Lavori Pubblici che la costruzione dei sostegni della diga
non avveniva più con il sistema a gravità, bensì ad archi. Il 19
giugno 1922 il
Ministero ingiunse alla ditta costruttrice la sospensione dei lavori
e l'immediata presentazione dei progetti di variante dei sostegni da
gravità ad archi multipli. Nonostante ciò, i lavori proseguirono e
solo all'inizio del 1923 fu presentata la variante al progetto.
La
tragedia
Il 22 ottobre 1923,
a causa di forti piogge, il bacino si riempì per la prima volta. Tra
ottobre e novembre si verificarono numerose perdite d'acqua dalla
diga, soprattutto al di sotto delle arcate centrali, che non
appoggiavano sulla roccia. Infine, il 1º dicembre del 1923 alle ore 7:15 la diga crollò.
Sei milioni di metri cubi d'acqua, fango e detriti
precipitarono dal bacino artificiale a circa 1.500 metri di quota, dirigendosi verso il
Lago d'Iseo.
Il primo borgo ad essere colpito fu Bueggio.
L'enorme massa d'acqua, preceduta da un terrificante spostamento
d'aria, distrusse poi le centrali di Povo e Valbona, il ponte
Formello e il Santuario della Madonnina del Colere. Raggiunse in seguito l'abitato di
Dezzo, composto dagli agglomerati posti in territorio di Azzone e in territorio di Colere,
che fu praticamente distrutto. Prima di raggiungere l'abitato di Angolo,
l'enorme massa d'acqua formò una sorta di lago - a tutt'oggi sono
visibili i segni lasciati dal passaggio dell'acqua nella gola della via Mala - che preservò l'abitato di Angolo, che rimase praticamente
intatto, mentre a Mazzunno vennero spazzati via la centrale elettrica
e il cimitero.
La fiumana discese quindi velocemente verso
l'abitato di Gorzone e proseguì verso Boario e Corna d'Arfa, seguendo il corso del torrente Dezzo e mietendo numerose vittime al suo passaggio.
Quaranta minuti dopo il crollo della diga la massa
d'acqua raggiunse il Lago d'Iseo.
Christian, Severine, Arianna, Yasmin
LA BASILICA DI AGLIATE: GLI AFFRESCHI
La
Basilica di Agliate, dedicata a San Pietro e San Paolo, è stata
costruita nell'XI secolo e consacrata nel 1931.
È
in stile romanico, l'interno
è formato da tre navate, su
ognuna delle quali si apre un portale d'accesso:
quello
più grande sulla navata
centrale, mentre
gli altri due, più piccoli, su quelle laterali. Le tre navate sono
separate
da due file di colonne. La seconda colonna di sinistra, in
particolare, è stata
ricavata
da una pietra miliare romana, sulla quale si possono ancora vedere le
incisioni originarie.
Gli
elementi che maggiormente colpiscono l'attenzione del visitatore sono
la
facciata a salienti
e l'imponenete
campanile, caratterizzato
da un meraviglioso
contrasto cromatico dovuto all'alternarsi di
mattoni, ciottoli e pietra.
All'interno
la Basilica è molto buia, per via delle dimensioni ridotte delle
finestre.
Le
colonne della cripta sono sormontate da pesanti capitelli che
sembrano riprendere i capitelli corinzi.
L'altare
inizialmente era rivolto verso nord, ma è stato spostato verso est,
affinché venisse illuminato dalla luce del sole.
Le
decorazioni del portale centrale sono opera di ripristino, tranne i
due piedritti decorati con un motivo ad intreccio, unici elementi
originali.
Accanto
alla Basilica si trova un battistero, anch'esso in stile romanico.
All'interno c'è la vasca battesimale ad immersione di forma
ettagonale.
Il
prospetto posteriore appare nella sua forma originale. È
caratterizzato da un'abside centrale con coronamento costituito di
fornici di piccole dimensioni e da due absidiole laterali.
L'abside
centrale è preceduta da una campata voltata a botte, che all'esterno
si evidenzia attraverso una sezione di tetto di altezza intermedia.
Delle
aperture al livello del terreno, profilate in cotto, danno luce alla
cripta.
I
fianchi meridionali della chiesa sono aperti da una successione di
monofore.
All'interno,
degna di nota laverticalità dovuta alla grande superficie muraria al
di sopra del livello degli archi, un tempo ricoperta da un ciclo di
affreschi.
Veronica, Martina, Adriana, Lucia
Affreschi
- Affresco della Madonna del latte.
- Mosaico san Pietro della lunetta dell'ingresso di sinistra.
- Mosaico di San Paolo della lunetta dell'ingresso di destra.
- Mosaico di Cristo nella lunetta dell'ingresso centrale.
- Gli affreschi del battistero.
- Il Compianto Cristo morto.Christian, Greta, Yasmin, Arianna, Severine
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.