giovedì 5 novembre 2015



Bentornati cari amici del blog! Quest'anno, noi ragazzi dell'attività integrativa Bellezza KM0 abbiamo deciso di creare degli itinerari a sfondo naturalistico, artistico e culturale da condividere con tutti voi. 
Visiteremo i luoghi più belli e interessanti della Brianza, in particolare del territorio circostante Sovico! Posteremo di volta in volta immagini, notizie e suggerimenti utili e udite, udite, se vorrete visitare qualcuno di questi posti, potrete usufruire anche delle nostre guide specializzate.

Il team di BKm0









VILLA CAMPELLO



Indirizzo: Via Salvadori, 1 – Albiate (MB)
 
INTRODUZIONE

La Villa si trova vicino al fiume Lambro, in località Campello, da cui appunto prende il nome. L'edificio è più o meno a forma di U ed è strutturato su tre piani, occupando una superficie di circa 900 metri quadri. Fonde al suo interno diversi stili architettonici, che spaziano dal Rinascimentale fino al Neoclassico. Ci sono molti elementi decorativi, tra cui lesene, cornici, mostre, fregi, fasce marcapiano e sottogronda; la struttura portante è costituita da muratura continua in mattoni di laterizio. Attraverso un viale alberato si accede al parco, dove ci si imbatte in alberi secolari.
Villa Campello


STORIA E USI NEL TEMPO

La costruzione di Villa Campello fu avviata nel 1903 e terminata nel 1907, su progetto dell’architetto Giuseppe Gmur.

Inizialmente fu abitata da Michelangelo Viganò, un importante industriale, insieme a sua moglie Serafina Boleri. Essi si occuparono della progettazione del parco, ispirandosi alla Villa dell’Orlanda a Rancate, dimora abituale dei Viganò.

Michelangelo Viganò era proprietario di un'importante filatura della zona, fondata dal padre Galeazzo e Villa Campello rappresentò il sigillo del peso economico e civico della famiglia Viganò.

Nel 1918, l'anno della morte di Michelangelo, la villa divenne l'abitazione del fratello minore, Antonio Viganò. Dopo la sua morte, nel 1972, Villa Campello fu acquistata da una società immobiliare e venne rilevata dall'amministrazione comunale di Albiate nel 1976, che aprì immediatamente il parco al pubblico. Dopo una lunga ristrutturazione, nel 1991 divenne sede del municipio di Albiate.

Al piano terreno della Villa si trova la sala del Consiglio Comunale, la sala di rappresentanza e la Biblioteca Comunale. Il piano superiore ospita gli uffici del Comune.

 
LA NOSTRA ESPERIENZA ALLA VILLA...

Noi del gruppo “Bellezza km 0”, giovedì 8 ottobre, abbiamo avuto la fortuna di visitare Villa Campello.

Siamo stati accolti dalla bibliotecaria che, gentilmente, ci ha accompagnati in quella che oggi è la stanza dove si riunisce il Consiglio Comunale e dove si tengono le premiazioni di vari concorsi di fama nazionale, come, per esempio, il Concorso di Poesia Albiatum. 
 
 











In passato, questa sala era il salone principale della villa: l'unico elemento originale rimasto è il camino in pietra. La stanza è molto luminosa, grazie alle grandi finestre che danno sul parco. Lungo la parete opposta al camino è collocato un grande tavolo, dove siede la giunta comunale. 



 

Proseguendo la visita ci ha accompagnato il signor Sergio Lambrugo, responsabile dell'Ufficio anagrafe. La seconda stanza che abbiamo visto è la sala di rappresentanza, denominata “Sala del Camino”, l'unica rimasta come in origine. Al suo interno si possono ammirare un grande camino e il bel soffitto a cassettoni. Oggi è usata come sala di accoglienza, per rinfreschi e piccole cerimonie. Qui è conservato il labaro di un drappello di albiatesi che hanno preso parte alla battaglia di San Fermo del 1859.


Il piano superiore, totalmente ristrutturato, attualmente ospita gli uffici comunali. Due ampi balconi si affacciano sul parco, e permettono di intravvedere in lontananza le montagne lecchesi. L'unica stanza rimasta in parte originale, a questo piano, è una piccola sala riunioni.



Infine abbiamo visitato la Biblioteca Comunale posta su due piani: al pianoterra si trova la sezione per ragazzi, mentre salendo le scale, si incontra quella degli adulti, arricchita da una balconata interna, che dà sulla sala consiliare.

 



 














La nostra visita si conclude con il rientro a scuola.

L'opportunità di visitare la Villa Campello ci ha permesso di conoscere uno degli edifici più belli del nostro territorio, costruzione che ha subito il passaggio da dimora privata a uso pubblico.




 Riccardo, Lucia, Greta



PARCO DI VILLA CAMPELLO – ALBIATE (MB)



Villa Campello



INTRODUZIONE
Il Parco di Villa Campello si trova ad Albiate, in provincia di Monza e Brianza e, come si può facilmente intuire, è un bellissimo parco che circonda una sontuosa villa del primi anni del '900. Al suo interno, oggi, si trovano il comune del paese e la biblioteca.

Nel parco, che si estende su una superficie di circa 50000 metri quadrati e che comprende anche un alloggio per il custode e una casa colonica, ci si imbatte in alberi secolari, tra cui faggi, tigli, ippocastani, araucarie e cedri.

Il parco si divide in due parti: parte alta e parte bassa. Nella parte alta (con in mezzo situati il comune e la biblioteca) c'è un'ampia zona verde con un parcogiochi per bambini, dotato di scivoli e altalene. Nella zona bassa, situata dopo una discesa di almeno 10 metri, è presente un'altra vasta zona verde circolare perfetta per correre o fare camminate.



ORARI DI APERTURA  
Il parco è aperto nei seguenti orari:
- lunedì - venerdì: ore 7.30 – 20.00;
- sabato: ore 7.30 – 19.00;
- domenica: ore 8.00 – 19.00.

COME SI ACCEDE AL PARCO
Al parco è possibile accedere dagli ingressi di via Dante 15/A (pedonale) e di via Salvadori 1 (accesso carraio, transito limitato ai soli mezzi autorizzati).

L'accessibilità è totale. 
 

LA NOSTRA ESPERIENZA AL PARCO
Noi ragazzi dell'attività Bellezza a KM0 abbiamo avuto la possibilità di visitare il parco facendo una bella passeggiata e abbiamo anche ammirato lo splendore della villa (da fuori).

Durante la nostra canmminata, abbiamo raccolto castagne, ricci (delle castagne), bacche inchiostro, pigne, foglie e sassi di varie forme e colori.

Abbiamo percorso vialetti immersi nel verde e ci siamo accorti delle molteplici “risorse” del parco, come, per esempio, tavoli da pic-nic, fontanelle e bagni pubblici... il tutto circondato da alberi.

Consigliamo quindi a tutti, ma proprio tutti, di visitare il nostro “polmone verde” e, perché no, di farlo anche in bicicletta.

Buona passeggiata!
Severine, Gabriele, Mattia, Davide, Valerio



La parte alta del parco



Uno scorcio del parco visto dalla villa




La diga del Gleno prima del disastro


Introduzione
La diga del Gleno era uno sbarramento sul torrente Gleno che il 1 dicembre 1923 crollò, causando un'immane tragedia che sconvolse la valle di Scalve in provincia di Bergamo e la Val Camonica in provincia di Brescia.
La diga ad archi multipli e a gravità realizzata a 1500 metri d'altitudine sarebbe dovuta servire per produrre energia elettrica.
Storia
Nel 1907 l'ing. Tosana di Brescia richiese una concessione per lo sfruttamento idroelettrico del torrente Povo e Nembo. Il progetto prevedeva un serbatoio al piano di Gleno per creare un impianto idroelettrico La concessione venne in seguito ceduta all'ingegner Gmur di Bergamo, e da questi alla Ditta Galeazzo Viganò di Ponte Albiate in comune di Tiraggio. Tale impianto avrebbe dovuto fornire energia alla ditta tessile di Galeazzo Viganò di Ponte Albiate. Galeazzo Viganò era il proprietario della Villa Campello di Albiate.
Nel 1917 il Ministero dei Lavori Pubblici autorizzò la realizzazione di un invaso di 3.900.000 metri cubi in Località Pian del Gleno. Pochi mesi dopo, la ditta Viganò notificò l'inizio dei lavori, anche se il progetto esecutivo non era stato ancora approvato dal Genio Civile.
Dopo una serie di proroghe, nel 1919 venne presentato il progetto esecutivo per una diga a gravità, firmato dell'ingegner Gmur, il quale però morì nel 1920 e venne sostituito dall'ingegner Santangelo di Palermo.
Nel settembre 1920, alla prefettura di Bergamo giunse la segnalazione che per la costruzione della diga la ditta utilizzava calcina invece di cemento. Vennero perciò inviati degli ispettori a raccogliere dei campioni di calce, che però non vennero sottoposti ad esame.
Nel 1921 il progetto esecutivo dell'ingegner Gmur fu approvato, ma nel frattempo i lavori procedevano già da qualche anno e la Ditta Viganò aveva appena appaltato alla Ditta Vita & C. le opere di edificazione delle arcate.
Agli inizi di agosto del 1921 l'ingegner Lombardo del Genio Civile eseguì un sopralluogo al cantiere e constatò che la tipologia costruttiva della diga a progetto, cioè a gravità, era stato cambiata in corso d'opera in una diga ad archi multipli.
Il 12 agosto 1921 il Genio Civile informò quindi il Ministero dei Lavori Pubblici che la costruzione dei sostegni della diga non avveniva più con il sistema a gravità, bensì ad archi. Il 19 giugno 1922 il Ministero ingiunse alla ditta costruttrice la sospensione dei lavori e l'immediata presentazione dei progetti di variante dei sostegni da gravità ad archi multipli. Nonostante ciò, i lavori proseguirono e solo all'inizio del 1923 fu presentata la variante al progetto.

La tragedia
Il 22 ottobre 1923, a causa di forti piogge, il bacino si riempì per la prima volta. Tra ottobre e novembre si verificarono numerose perdite d'acqua dalla diga, soprattutto al di sotto delle arcate centrali, che non appoggiavano sulla roccia. Infine, il 1º dicembre del 1923 alle ore 7:15 la diga crollò.
Sei milioni di metri cubi d'acqua, fango e detriti precipitarono dal bacino artificiale a circa 1.500 metri di quota, dirigendosi verso il Lago d'Iseo.
Il primo borgo ad essere colpito fu Bueggio. L'enorme massa d'acqua, preceduta da un terrificante spostamento d'aria, distrusse poi le centrali di Povo e Valbona, il ponte Formello e il Santuario della Madonnina del Colere. Raggiunse in seguito l'abitato di Dezzo, composto dagli agglomerati posti in territorio di Azzone e in territorio di Colere, che fu praticamente distrutto. Prima di raggiungere l'abitato di Angolo, l'enorme massa d'acqua formò una sorta di lago - a tutt'oggi sono visibili i segni lasciati dal passaggio dell'acqua nella gola della via Mala - che preservò l'abitato di Angolo, che rimase praticamente intatto, mentre a Mazzunno vennero spazzati via la centrale elettrica e il cimitero.
La fiumana discese quindi velocemente verso l'abitato di Gorzone e proseguì verso Boario e Corna d'Arfa, seguendo il corso del torrente Dezzo e mietendo numerose vittime al suo passaggio.
Quaranta minuti dopo il crollo della diga la massa d'acqua raggiunse il Lago d'Iseo.
I morti furono ufficialmente 356, ma i numeri sono ancora oggi incerti.

 
La diga del Gleno dopo il disastro
 Christian, Severine, Arianna, Yasmin






LA BASILICA DI AGLIATE: GLI AFFRESCHI






La Basilica di Agliate, dedicata a San Pietro e San Paolo, è stata costruita nell'XI secolo e consacrata nel 1931.
È in stile romanico, l'interno è formato da tre navate, su ognuna delle quali si apre un portale d'accesso: quello più grande sulla navata centrale, mentre gli altri due, più piccoli, su quelle laterali. Le tre navate sono separate da due file di colonne. La seconda colonna di sinistra, in particolare, è stata ricavata da una pietra miliare romana, sulla quale si possono ancora vedere le incisioni originarie.
Gli elementi che maggiormente colpiscono l'attenzione del visitatore sono la facciata a salienti e l'imponenete campanile, caratterizzato da un meraviglioso contrasto cromatico dovuto all'alternarsi di mattoni, ciottoli e pietra.
All'interno la Basilica è molto buia, per via delle dimensioni ridotte delle finestre.
Le colonne della cripta sono sormontate da pesanti capitelli che sembrano riprendere i capitelli corinzi.
L'altare inizialmente era rivolto verso nord, ma è stato spostato verso est, affinché venisse illuminato dalla luce del sole.
Le decorazioni del portale centrale sono opera di ripristino, tranne i due piedritti decorati con un motivo ad intreccio, unici elementi originali.
Accanto alla Basilica si trova un battistero, anch'esso in stile romanico. All'interno c'è la vasca battesimale ad immersione di forma ettagonale.
Il prospetto posteriore appare nella sua forma originale. È caratterizzato da un'abside centrale con coronamento costituito di fornici di piccole dimensioni e da due absidiole laterali.
L'abside centrale è preceduta da una campata voltata a botte, che all'esterno si evidenzia attraverso una sezione di tetto di altezza intermedia.
Delle aperture al livello del terreno, profilate in cotto, danno luce alla cripta.
I fianchi meridionali della chiesa sono aperti da una successione di monofore.
All'interno, degna di nota laverticalità dovuta alla grande superficie muraria al di sopra del livello degli archi, un tempo ricoperta da un ciclo di affreschi.

Veronica, Martina, Adriana, Lucia

Affreschi

  • Affresco della Madonna del latte.
  • Mosaico san Pietro della lunetta dell'ingresso di sinistra.
  • Mosaico di San Paolo della lunetta dell'ingresso di destra.
  • Mosaico di Cristo nella lunetta dell'ingresso centrale.
  • Gli affreschi del battistero.
  • Il Compianto Cristo morto.


    Christian, Greta, Yasmin, Arianna, Severine









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