CHIESA VECCHIA DI SOVICO
Le prime fonti storiche riguardanti Sovico, risalenti
all’VIII secolo d.C., fanno riferimento ad una località detta Summovico perché rialzata rispetto al
territorio circostante. La Chiesa vecchia fu costruita sulla sua sommità. Era
dedicata ai S. Simone e Giuda e venne costruita tra l’830 e l’880.
Questa chiesa è attualmente sconsacrata e custodita dal F.A.I.,
cioè il Fondo Ambientale Italiano, che si occupa di preservare il patrimonio
artistico e culturale del nostro Paese. Non viene più utilizzata per scopi
religiosi, ma come sito per mostre, concerti e visite guidate.
DESCRIZIONE DELL’INTERNO ATTUALE
Nell’angolo a sinistra,
sotto il pavimento, si trova una tomba pagana del III secolo, mentre la navata
è occupata dai sepolcri dei sacerdoti.
Sempre sul lato sinistro si
trova l’accesso al locale del battistero. Sono anche presenti tre altari: il
primo è dedicato alla Sacra Famiglia, il secondo è l’altare della Madonna, realizzato
nel 1880 in marmo e stucchi, mentre il terzo, in marmo e gesso, è dedicato a
san Carlo.
Il pulpito è ornato da
decorazioni di legno, rifinito in foglie d’oro, e da due angeli che reggono un
cartiglio (ovvero una raffigurazione stilizzata di un rotolo di carta
contenente un'iscrizione) con la scritta “tutte
le genti”.
Il capocielo (baldacchino
appeso al soffitto sopra l'altare maggiore) è in noce massiccia ricoperta in
foglia d’oro con drappi di broccato oro e rosso, tipico della liturgia
ambrosiana.
Sul lato sinistro è anche
presente una piccola nicchia, utilizzata per conservare gli oli santi.
L’altare è realizzato in
lastre di marmo e alabastro. Il piano della mensa riporta le croci di
consacrazione e contiene l’incavo che conteneva le reliquie.
Il tabernacolo è chiuso da
una copia dell’originale sportello in ottone sbalzato, che è conservato nella
casa parrocchiale.
Il tempietto è stato
aggiunto dopo la ricostruzione sul progetto dell’architetto Arganini. Le sue colonne
sono di marmo grigio con capitelli e basi in stucco dorato.
Il retro altare è racchiuso da
una struttura in ferro battuto e in vetri gialli e viola (andati quasi
interamente distrutti). Originariamente fungeva anche da secondo altare con un
piccolo tabernacolo.
Il coro è realizzato in noce
massiccia.
Sopra lo stallo del capo
coro si vede lo sportello che conteneva l’argano di sollevamento del velario.
GLI
AFFRESCHI
Non sono stati trovati dei documenti che permettano di
individuare l’autore degli affreschi.
L’AFFRESCO DELLA CUPOLA.
Raffigura un cielo
popolato da angeli. C'è una croce con la scritta "deus
regnavit a ligno", sorretta da angeli drappeggiati di rosso, simbolo
di martirio. Altri angeli tra le nuvole sono presentati a mani giunte.
AFFRESCHI
DELL'ABSIDE. Nel primo affresco Gesú insegna indicando il rotolo della legge.
Nell'altro Gesú punta il dito al cielo spostando il rotolo della legge, ad
indicare che non sono le leggi scritte a rendere veri cristiani.
AFFESCHI
DEI PENNACCHI. Raffigurano quattro angeli che reggono dei cartigli.
AFFRESCO
DEL SOFFITTO. Ci sono teste di angeli che circondano la gloria di Dio,
rappresentata da dei fasci di luce. Questa geometria è ripetuta più volte sul
soffitto della navata.
Sopra
il portone c’è la lapide in ricordo dell’ultima consacrazione.
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