giovedì 30 ottobre 2014

A SCUOLA DI...DISLESSIA!





Giovedì 16 ottobre 2014, durante la prima ora del pomeriggio, ci siamo recati in aula polifunzionale per discutere sul tema della dislessia e, in particolare, per ascoltare la testimonianza di Greta, un’ex-alunna della nostra prof. Berardi, che convive quotidianamente con questo disturbo. Greta è venuta a conoscenza di questa sua particolarità durante la terza elementare, a soli otto anni. Nonostante le sue maestre non capissero il suo disturbo, qualcuno se ne accorse. Infatti, mentre era intenta a studiare le tabelline (che non riusciva a memorizzare), sua madre si rese conto che non stava facendo apposta a non impegnarsi, ma che veramente le risultava faticoso. A quel punto, la donna la portò a fare dei controlli specifici e la diagnosi fu: Dislessia. Finalmente nessuno le avrebbe più dato della “lazzarona”. All’inizio per lei fu uno shock: piangeva e si disperava, perché non le sembrava giusto che a una ragazza così giovane capitasse una cosa del genere. Ma poi, con l’avanzare del tempo, e col supporto della famiglia, di alcuni compagni e professori, riuscì a trovare dei metodi efficaci per affrontare vittoriosamente questo suo disturbo. In un primo momento le fu molto difficile riuscire a confessare agli altri il suo segreto, ma, dopo averlo rivelato alla sua migliore amica, si fece coraggio e lo disse anche ad altre persone, nonostante non tutti la capissero. Questo per quanto riguarda il periodo delle scuole elementari e medie. Invece, alle superiori, catapultata in un mondo del tutto nuovo, non le fu semplice aprirsi agli altri. Ma, durante una lezione, complice anche il suo professore di Fisica, si alzò e, davanti a tutta la classe, disse: “Sono dislessica”. Ancora adesso non riesce a trovare una valida spiegazione per il suo gesto, se non che si teneva dentro quel “peso” da troppo tempo. Da quel momento in poi, molti dei suoi compagni iniziarono a passarle spontaneamente schemi e appunti che, sapendo della sua difficoltà, prendevano anche per lei. Da lì, tutto fu più semplice: iniziò a rendersi conto della sua abilità di parlare e ascoltare le persone, ed ora è al suo secondo anno di Liceo Socio-Psico Pedagogico ad Erba. Finalmente ha accettato il fatto che la sua non è una malattia, è semplicemente un disturbo, un po’ come la miopia per un’altra persona.
“Io faccio tutte le cose che fa una persona normale. Perché anch’io sono normale. A differenza di quanto certe persone pensino, non è vero che io non svolgo le  loro stesse verifiche. Semplicemente affronto esami e interrogazioni in maniera differente: uso il PC, le mappe concettuali o, semplicemente, qualcun altro legge la consegna dell’esercizio al mio posto”.
Bisogna prendere esempio da questa fantastica ragazza, piena di risorse, che non si è arresa davanti alla sua difficoltà, anzi, l’ha presa in contropiede e l’ha trasformata in un suo vantaggio. Brava Greta!



Chiara R., Alberto B., Tommaso S.C.


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