giovedì 5 febbraio 2015

INCONTRO CON SAMI MODIANO

Il 29 Gennaio 2015 gli alunni delle classi terze hanno assistito alla testimonianza di uno dei pochi sopravvissuti alla Shoah, Sami Modiano, deportato nel campo di sterminio di Auschwitz/Birkenau. Nato nell'isola di Rodi nel lontano 1935 da genitori ebrei (Giacobbe e Diana), intraprende, come è giusto che sia, il cammino scolastico all'età di 5 anni, ma quando Benito Mussolini emana le leggi razziali viene costretto, in terza elementare,  ad abbandonare la scuola,  perché appunto di origine ebrea. Questo è l'inizio  del suo incubo. Questo periodo “sciagurato” sembra non finire mai e le speranze del ragazzo si affievoliscono sempre di più, anche con la perdita della madre Diana, avvenuta nel 1941, a causa di una grave malattia. Lui però, ancora oggi,  riferisce di essere “contento” per la morte della madre,  perché almeno lei non ha dovuto sopportare il dolore dovuto alla permanenza nei campi di sterminio. La tragedia per la  famiglia Modiano inizia l'8 settembre 1943, quando l'isola  di Rodi viene militarmente occupata dalle truppe tedesche. Circa un anno dopo, il 18 Luglio 1944, la comunità ebraica di Rodi, composta da circa 2000 persone, tra cui anche Sami, Giacobbe e Lucia, sua sorella, viene rinchiusa nella base aeronautica italiana. Trascorsi cinque giorni, tutti vengono letteralmente “buttati” nelle stive di navi utilizzate per trasportare animali, costretti a sopportare condizioni igieniche pessime e, per noi, impensabili. Pensate che all’interno delle stive c’erano escrementi animali e una temperatura di circa 43°. Il viaggio da Rodi fino al Pireo durò circa 10 giorni; da lì, il 3 agosto del 1944, vennero caricati sui treni, stipati nel buio soffocante dei vagoni piombati, diretti verso il campo nazista di Auschwitz. Appena arrivati al campo, il 16 agosto 1944, gli uomini vennero separati dalle donne e Modiano, tredicenne, rimase con suo padre. Di lì a poco vi fu la selezione operata da Josef Mengele, il “medico” del campo.
Il suo destino sarebbe stata la morte nelle camere a gas, ma il padre Giacobbe riuscì a portarlo nella fila dei superstiti. Il suo numero di matricola era B7456, un numero in più di quello del padre, che aveva, invece, il numero B7455. Nei mesi successivi Sami perse la sorella Lucia e, poco dopo,  anche il padre, che, appresa la morte della figlia, si presentò volontariamente in infermeria, pur  sapendo quale fine avrebbe fatto.
Nel 1945 quando i sovietici erano a poche decine di chilometri dal campo, i tedeschi presero i superstiti e da Birkenau camminarono verso Auschwitz. Durante la Marcia della Morte, Modiano si accasciò a terra senza forze, abbandonando le speranze, ma fu sollevato da due sconosciuti compagni di sventura, che lo portarono a destinazione lasciandolo su un cumulo di cadaveri per mimetizzarlo. Al suo risveglio, ormai salvo, vide una casa in lontananza e decise di entrarvi.
Era il 27 gennaio del 1945.



Tommaso S.C., Roberto T.

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