Il 29 Gennaio 2015 gli alunni delle classi terze hanno
assistito alla testimonianza di uno dei pochi sopravvissuti alla Shoah, Sami
Modiano, deportato nel campo di sterminio di Auschwitz/Birkenau. Nato
nell'isola di Rodi nel lontano 1935 da genitori ebrei (Giacobbe e Diana),
intraprende, come è giusto che sia, il cammino scolastico all'età di 5 anni, ma
quando Benito Mussolini emana le leggi razziali viene costretto, in terza
elementare, ad abbandonare la scuola, perché appunto di origine ebrea. Questo è
l'inizio del suo incubo. Questo periodo
“sciagurato” sembra non finire mai e le speranze del ragazzo si affievoliscono
sempre di più, anche con la perdita della madre Diana, avvenuta nel 1941, a causa di una grave
malattia. Lui però, ancora oggi,
riferisce di essere “contento” per la morte della madre, perché almeno lei non ha dovuto sopportare il
dolore dovuto alla permanenza nei campi di sterminio. La tragedia per la famiglia Modiano inizia l'8 settembre 1943,
quando l'isola di Rodi viene
militarmente occupata dalle truppe tedesche. Circa un anno dopo, il 18 Luglio
1944, la comunità ebraica di Rodi, composta da circa 2000 persone, tra cui anche
Sami, Giacobbe e Lucia, sua sorella, viene rinchiusa nella base aeronautica
italiana. Trascorsi cinque giorni, tutti vengono letteralmente “buttati” nelle
stive di navi utilizzate per trasportare animali, costretti a sopportare condizioni
igieniche pessime e, per noi, impensabili. Pensate che all’interno delle stive
c’erano escrementi animali e una temperatura di circa 43°. Il viaggio da Rodi
fino al Pireo durò circa 10 giorni; da lì, il 3 agosto del 1944, vennero
caricati sui treni, stipati nel buio soffocante dei vagoni piombati, diretti
verso il campo nazista di Auschwitz. Appena arrivati al campo, il 16 agosto
1944, gli uomini vennero separati dalle donne e Modiano, tredicenne, rimase con
suo padre. Di lì a poco vi fu la selezione operata da Josef Mengele, il
“medico” del campo.
Il suo destino sarebbe stata la morte nelle camere a gas, ma
il padre Giacobbe riuscì a portarlo nella fila dei superstiti. Il suo numero di
matricola era B7456, un numero in
più di quello del padre, che aveva, invece, il numero B7455. Nei mesi successivi Sami perse la sorella Lucia e, poco
dopo, anche il padre, che, appresa la
morte della figlia, si presentò volontariamente in infermeria, pur sapendo quale fine avrebbe fatto.
Nel 1945 quando i sovietici erano a poche decine di
chilometri dal campo, i tedeschi presero i superstiti e da Birkenau camminarono
verso Auschwitz. Durante la Marcia della Morte, Modiano si accasciò a
terra senza forze, abbandonando le speranze, ma fu sollevato da due sconosciuti
compagni di sventura, che lo portarono a destinazione lasciandolo su un cumulo
di cadaveri per mimetizzarlo. Al suo risveglio, ormai salvo, vide una casa in
lontananza e decise di entrarvi.
Era il 27 gennaio del 1945.
Tommaso S.C., Roberto T.
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