Martedì 27 gennaio, in occasione della Giornata della
Memoria, Davide Romagnoni,
cantante dei Vallanzanka ,
un gruppo musicale che si dedica al genere SKA, è venuto nella
nostra scuola e ci ha cantato una canzone intitolata “Lettera”, di cui
vi riportiamo il testo qui di seguito.
Quando ero solo un ragazzo, prelevato nella notte
caricato a furia e botte, mi hanno messo dentro a un treno
con me c'era la mia famiglia, gli abitanti del quartiere
ci mancava l'aria,
fuori c'era già la neve
Arrivati alla stazione, si vedeva il fumo nero
con la prima selezione siamo diventati zero
mio fratello piccolino, da lontano mi ha chiamato
prima l'hanno preso a pugni, poi un cane l'ha sbranato
Non ci credi, io lo vedo ma te lo racconterò
guarda un tatuaggio anch'io c'è l'ho
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
guarda un tatuaggio anch'io ce l'ho
Prima ci hanno denudato, deriso ed annaffiato
con i piedi nella neve si ghiacciavano le vene
Nella mia baracca che puzzava di morte
ho perso le mie forze
nella camicia a righe
Poi il dottore con la faccia, con la faccia da dottore
ci ha messo su due file, in piedi per sei ore
Poi ha detto questo sì, poi ha detto questo no
Mio padre mi ha guardato, mia madre salutato
Non ci credi, io lo vedo ma te lo racconterò
guarda un tatuaggio anch'io ce l'ho
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
guarda il tatuaggio anch'io ce l'ho
Non ho più la mia famiglia, nessuno da abbracciare
voglio che mi ascolti, che tu stia lì a pensare
presto partirò, ritroverò i miei cari
ti lascio il mio messaggio, ripensaci domani
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
Non ci credi, io lo so ma te lo racconterò
Dopo l’esecuzione del brano musicale, Davide Romagnoni ci ha
dato la possibilità di porgli alcune domande, a seguito delle quali ci ha
spiegato il significato del titolo Lettera, precisando che, inizialmente, la
canzone avrebbe dovuto intitolarsi “Lettera a un giovane neo-nazista”.
Successivamente, l’artista decise di abbreviarlo affinché potesse raggiungere
tutti, nessuno escluso, in quanto si è reso conto che, con il passare degli
anni, sono sempre di più le persone che tendono a dimenticare o a negare quanto
accaduto al popolo ebraico. Ci ha anche detto di aver scritto la canzone in soli
dieci minuti e ci ha spiegato che spesso le canzoni scritte di getto sono le
migliori.
Si è poi soffermato sul verso “Poi il dottore con la faccia
da dottore”, spiegandocene il significato: i dottori fanno un giuramento nel
quale devono promettere di aiutare le persone malate e salvarle, invece quei
“dottori” decidevano con un solo gesto della mano chi doveva “sopravvivere
temporaneamente” per andare a lavorare e chi doveva, invece, morire
immediatamente nelle camere a gas.
Per noi questa è stata un’occasione per riflettere sulla
Shoah in modo diverso, un modo decisamente migliore rispetto alle solite
spiegazioni che si trovano sui libri e ai soliti filmati.
Ringraziamo tutti i professori e, in particolare, il nostro
amatissimo prof. Penati per aver organizzato questo evento.
Il gruppo Vallanzaska |
Zainab E., Hanae E.H., Lorenzo R.
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